MANDIBOLA INDIETRO

Quando la mandibola non si sviluppa a sufficienza o rimane posizionata indietro rispetto alla sua posizione “naturale” si ha una II classe scheletrica. In questi casi si nota spesso un profilo caratterizzato da un mento sfuggente con denti superiori sporgenti.

Questa malocclusione può essere dovuta principalmente a fattori genetici e/o a fattori funzionali.
I fattori genetici (trasmessi dai genitori ai figli) sono quelli che determinano maggiormente la presenza di una mandibola “piccola”. Molto spesso, infatti, anche uno dei genitori ha una mandibola poco pronunciata. Nel nostro patrimonio genetico, dunque, come c’è scritto se saremo alti o bassi, allo stesso modo c’è scritto se la nostra mandibola sarà più o meno lunga.

I fattori funzionali (succhiamento del dito, delle labbra, respirazione orale etc.) svolgono anch’essi un ruolo importante nel determinare una II classe scheletrica, interferendo con la normale crescita della mandibola (parte inferiore) e avendo effetti negativi anche sul corretto sviluppo del palato (parte superiore). Ecco perché una mandibola indietro si accompagna spesso ad un palato stretto.

Una mandibola che cresce poco in presenza di un palato stretto avrà ancora meno possibilità di svilupparsi correttamente. Il rapporto che c’è tra la mandibola e il palato, infatti, è come quello tra un piede e la scarpa: la parte inferiore (mandibola) è il piede, mentre la parte superiore (palato) è la scarpa. Se la scarpa è stretta il piede se ne starà costretto indietro. Ecco perché il trattamento delle II classi prevede quasi sempre una prima fase di espansione del palato in modo da creare i presupposti per poter far avanzare e far crescere correttamente la mandibola.

malocclusioni - Copia

Ma come si corregge?

Il trattamento ortodontico si prefigge di eliminare tutti i fattori che possono interferire con il corretto sviluppo mandibolare in modo da stimolare ed esprimere al massimo il potenziale di crescita della mandibola.

La terapia prevede l’utilizzo di un apparecchio mobile, detto apparecchio funzionale.
Questo dispositivo mobile mantiene la mandibola in una posizione avanzata e va a stimolare il normale processo biologico di crescita ossea a livello condilare. Si tratta di una sorta di ginnastica affinché lo sviluppo mandibolare possa esprimersi al meglio. Per essere efficace l’apparecchio deve essere utilizzato con costanza ogni giorno durante le ore notturne e alcune ore nel pomeriggio, .

Fate attenzione! Nonostante vengano utilizzati nomi differenti (attivatore, apparecchio funzionale etc.) si tratta di dispositivi che agiscono mediante lo stesso principio e la loro azione è sempre la medesima.

Qual è il momento migliore per intervenire?

Quando le problematiche sono più gravi, con una mandibola fortemente iposviluppata o con denti superiori molto sporgenti e quindi a rischio di traumi, si preferisce stimolare precocemente (tra i 6-8 anni) lo sviluppo della mandibola.

Se il problema scheletrico è lieve si aspetta generalmente il cambio dei denti (a 11-12 anni) così da intervenire un’unica volta sfruttando il momento di massimo sviluppo corporeo del periodo puberale.

apparecchio funzionale - Copia

CASI CLINICI

Esempio di come cambia la chiusura dei denti e la posiziona mandibolare in visione frontale e laterale dopo la terapia ( a sinistra foto pretrattamento e a destra foto dopo la correzione).

4. ANTERIORE INIZIO
LATERALE DESTRA
4. ANTERIORE FINE
LATERALE SINISTRA

Le fotografie a lato mostrano il miglioramento del profilo e della chiusura delle labbra dopo trattamento con apparecchio mobile.

PARTICOLARE VISO PROFILO
PARTICOLARE DEL VISO
PARTICOLARE VISO LATERALE
2. PARTICOLARE DEL VISO FINE